NEWS 10 maggio 2000

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Indice delle notizie


La convergenza dei centomila al NAB 2000
Tanti sono stati gli operatori radiotelevisivi che si sono ritrovati a Las Vegas per il tradizionale appuntamento con il NAB
Per dovere di cronaca, il dato diffuso dagli organizzatori della manifestazione è di 113.000 partecipanti, anche se nelle mailing list che vengono offerte agli espositori non compaiono più di 60.000 nominativi: che fine abbiano fatto gli altri 50.000 non è dato di sapere, ma sta di fatto che di gente al NAB ce n¹era veramente tanta ed è sempre più difficile riuscire a programmare una visita metodica all¹esposizione, tra appuntamenti che saltano e attese che si protraggono ben oltre il dovuto.
Quest¹anno anche Sony è riuscita ad accaparrarsi uno spazio nella hall centrale, nel posto fino all¹anno scorso occupato dalla Panasonic, la quale si è furbescamente piazzata proprio di fronte e in cima a una rampa di scale, in una posizione che gli permetteva di dominare dall¹alto quello che non sembra essere più un concorrente irraggiungibile.
A poche decine di metri dai duellanti c¹erano poi gli stand di aziende come Jvc, Grass Valley e Avid, e il tutto formava così una sorta di buco nero che attirava incessantemente frotte di visitatori, col risultato che in certi momenti era praticamente impossibile muoversi. Anche il Sands Expo Center, dove un tempo erano relegati gli espositori appartenenti all¹area del multimedia, non è certo stato trascurato dal pubblico e una delle ragioni è stata certamente la presenza di un buon numero di espositori impegnati a trasformare in qualcosa di concreto quel termine convergenza che finalmente comincia a essere qualcosa di più di una semplice etichetta da qualche anno appiccicata a questa manifestazione. The Convergence Marketplace è infatti lo slogan che è stato scelto anche quest¹anno dagli organizzatori per pubblicizzare la manifestazione.

Tutti in rete
Per ora convergenza significa soprattutto Internet, un canale di distribuzione per i contenuti di cui, chi fa radio o televisione, sembra non possa più fare a meno, anche se sono ancora in molti a chiedersi quale possa essere il ritorno economico di iniziative di questo genere.
Praticamente tutti i sistemi di montaggio non lineare presentati al NAB integrano, oppure offrono come opzione, la possibilità di generare direttamente video in uno dei formati di streaming utilizzabili per la diffusione in rete e i video server si sono trasformati in media server, seguendo l¹esempio di Grass Valley a cui va riconosciuto il merito di essere stata la prima a proporre il concetto di digicasting. Cominciano anche a vedersi in giro i primi sistemi chiavi in mano, dove da una parte entrano i classici segnali audio e video e dall¹altra esce lo streaming video.
Hanno fatto poi la loro comparsa al NAB anche le società che offrono questo tipo di servizio a quei broadcaster che non vogliano, o non reputino economicamente conveniente, investire risorse interne per andare in rete.
Per questo tipo di trasmissioni, la mancanza di uno standard universalmente accettato da tutti ha un¹importanza piuttosto relativa. Il mezzo principe di fruizione è, almeno per il momento, il personal computer e bastano pochi minuti per scaricarsi il player, il software necessario per riprodurre streaming video e audio. I contendenti in questo settore sono comunque tre in tutto: RealNetworks, Microsoft e Apple, elencati in ordine di quote di mercato. RealNetworks è stata una delle prime società a sviluppare prodotti per questo particolare settore e può contare su un installato di oltre 100 milioni di player.
Microsoft si ritrova nella per lei scomoda posizione di dover recuperare quote di mercato, e questo giustifica la presenza al NAB di un buon numero di partner ospiti del Windows Media Pavillon che hanno prontamente accolto l¹invito dell¹azienda capitanata da Bill Gates. Apple fa la parte del terzo incomodo: nonostante il suo prodotto sia multi-piattaforma, come del resto quelli dei concorrenti, dal mercato è ancora visto come una soluzione proprietaria.


Standard a volontà
Dove invece non si può più fare a meno di uno standard è il fiorente mercato delle set top box, quegli scatolotti che permettono di accedere a servizi come la pay per view o il video on demand, sicuramente più lucrosi dal punto di vista economico. Su questo fronte c¹è da registrare l¹ingresso del consorzio DVB che, lo scorso mese di febbraio, ha messo a punto le prime specifiche della Multimedia Home Platform (MHP). Per il momento, di definitivo c¹è solo il marchio che contraddistinguerà i prodotti conformi allo standard, ma il successo finora ottenuto da questo consorzio (che è riuscito a mettere insieme circa 260 membri fra broadcaster, fabbricanti, sviluppatori di software e enti di standardizzazione) lascia ben sperare sul futuro del DVB-MHP.
Per rimanere in tema di standard, lo sviluppo dell¹Advanced Authoring Format (AAF) procede speditamente e entro l¹anno dovrebbero apparire i primi prodotti commerciali. Questo formato si rifà alle raccomandazioni della task force EBU/SMPTE creata proprio allo scopo di individuare le linee guida per l¹interscambio fra sistemi diversi di dati audio e video in forma digitale, accompagnati da tutto quanto è necessario per la loro identificazione. Microsoft è stata una delle promotrici dell¹associazione AAF, di cui fanno parte aziende del settore broadcast (Avid, Discreet, Matrox, Pinnacle, Quantel e Sony) e broadcaster del calibro della BBC e della CNN: l¹ultima ad aderire è stata Panasonic e l¹annuncio ufficiale è stato dato proprio in occasione del NAB. I necessari strumenti di sviluppo saranno inizialmente disponibili per le piattaforme Windows NT e Macintosh e in seguito anche per Unix.
Un formato di interscambio è in fase di sviluppo anche da parte del Pro-MPEG Forum, anche questo conforme ai risultati emersi dal lavoro della task force EBU/SMPTE, ma non è ancora dato di sapere se sarà in qualche modo compatibile con il formato AAF, anche se la presenza di Sony in entrambe le associazioni potrebbe essere una garanzia in tal senso. Il Pro-MPEG Forum ha allestito anche quest¹anno una dimostrazione di interoperabilità fra apparecchiature di diversi produttori, scegliendo ancora una volta uno spazio al di fuori dei normali percorsi dei visitatori. Tra le altre cose, era possibile vedere in funzione la versione MPEG del NewsCutter di Avid e alcune applicazioni dell¹interfaccia SDTI-CP per il trasferimento del materiale in formato MPEG nativo tra videoregistratori, sistemi di montaggio e videoserver.
Panasonic ha invece ritenuto superfluo ripetere l¹iniziativa dello scorso anno, che aveva visto riuniti in uno stand apposito un buon numero di partner, probabilmente anche perché non dovrebbe esserci più alcun dubbio sull¹interoperabilità del DVCPro.


Che c¹era di nuovo?
Difficile rispondere d¹acchito alla classica domanda che viene rivolta a chi ritorna da una manifestazione come il NAB, frastornati come si è dall¹enorme mole di informazioni raccolte. Il problema è sempre rappresentato dal rapporto segnale rumore, nel senso che spesso quello che cercano di rifilarti come novità non è altro che un prodotto finalmente funzionante, di cui però si parla oramai da un paio d¹anni. Se poi ci si mettono di mezzo quelli del marketing, la confusione è garantita: che dire per esempio del Silver della Fast, fino all¹altro ieri chiamato 601, o six-o-one che dir si voglia, oppure del software di animazione 3D Sumatra della Softimage, presentato con l¹anonima sigla XSI? A proposito di sigle, vorremmo approfittare dell¹occasione per ringraziare pubblicamente Sony per l¹aver introdotto il marchio IMX per la sua linea di videoregistratori MPEG che ci eviterà di dover scrivere ogni volta 4:2:2@ML a 50 Mbps, I frame only: peccato solo che sia un marchio registrato, per cui non potrà essere utilizzato liberamente dagli altri produttori.
Tornando alle novità, quello che sarebbe lecito aspettarsi di trovare in occasioni come queste sono apparecchiature che consentano di risolvere problemi reali, come il sistema messo a punto da Tektronix per la correzione automatica del ritardo fra i segnali audio e video, difetto che con tutte le apparecchiature digitali oggi usate per il trattamento dei segnali può facilmente assumere proporzioni tali da non poter certo passare inosservato. L¹idea di Tektronix consiste nel sovrapporre al segnale video una sorta di marcatore, perfettamente invisibile, che può sopravvivere ai normali trattamenti a cui è sottoposto il video nelle varie fasi di produzione, compresa la conversione da digitale a analogico e viceversa, piuttosto che la decompressione e ricompressione in MPEG-2.
Poiché in pratica si tratta di dati digitali aggiunti al segnale video, il sistema potrebbe essere utilizzato anche per altri scopi, proprio come il sistema di watermarking presentato lo scorso anno da Philips all'IBC.
Nella confusione del NAB è passato quasi inosservato il camcorder a dischi rigidi della JVC che faceva bella mostra di sé nella zona dello stand riservata alle telecamere, senza però neanche uno straccio di cartello che ne illustrasse le caratteristiche, un modo di presentare un prodotto che si fa un po¹ fatica a comprendere. La parte telecamera è la stessa del DV-500, il camcorder in formato DV che in pochi mesi ha già raggiunto il traguardo delle 10.000 unità vendute, mentre per la registrazione utilizza hard disk da 2,5² fabbricati dall¹IBM e inseriti in uno speciale contenitore antiurto che ha più o meno le dimensioni di un pacchetto di sigarette. La capacità massima è di 6 ore in formato DV25 e sono previsti sia degli adattatori con interfaccia IEEE 1394 per il collegamento diretto a sistemi di montaggio non lineare, sia degli editor portatili che potranno anche essere utilizzati per la realizzazione di semplici montaggi. Rispetto alle Editcam di Ikegami, che non hanno certo ottenuto il successo sperato, il camcorder proposto da JVC utilizza un formato come il DV che è largamente diffuso e oramai accettato anche dai broadcaster; inoltre, appena saranno disponibili hard disk più veloci e capienti, il passaggio prima al formato D-9 e poi all¹alta definizione è dato per scontato.
Sempre per quanto riguarda i camcorder, è interessante segnalare il fatto che non si sia vista traccia di quello per il formato Sony IMX che pure è stato già venduto a diverse emittenti, almeno stando a quanto dichiarato da rappresentanti della Sony stessa e riportato nei comunicati stampa. Del resto, anche RAI ha dovuto aspettare quasi un anno prima che Sony cominciasse a consegnare i videoregistratori MPEG IMX, comunque giunti a destinazione in tempo utile. Alla gamma già disponibile, si aggiungerà in un futuro abbastanza prossimo anche un modello che sarà in grado di leggere il formato HDCam, oltre al Digital Betacam e al Betacam SX e SP, vale a dire tutti i formati da mezzo pollice prodotti da Sony.
In tema di ottiche, merita una segnalazione particolare il DigiSuper 86 XS della Canon, non tanto per la massima lunghezza focale, che comunque stabilisce un nuovo primato, quanto per lo stabilizzatore ottico incorporato che lo rende effettivamente utilizzabile nelle normali condizioni d¹impiego a cui sono destinate ottiche di questo tipo. Il comando dello stabilizzatore è collocato sulla stessa manopola che controlla l¹escursione focale, in modo che sia possibile attivarlo facilmente quando è necessario. La massima lunghezza focale arriva a ben 1.600 mm, con il duplicatore, e come tutte le altre ottiche della serie DigiSuper dispone di servomeccanismi che permettono, tra l¹altro, di compensare la variazione dell¹angolo di ripresa in funzione della distanza di messa a fuoco.
Notevole interesse ha suscitato anche il mixer video da produzione PDS 9000 della Pinnacle Systems, presentato come idea all¹ultimo IBTS e arrivato al NAB in versione quasi definitiva. L¹innovazione consiste nella completa integrazione del DVE 3D, fino a un massimo di nove canali, che significa poter utilizzare direttamente effetti come il voltapagina al posto delle classiche tendine e non dover riservare gli ingressi per accedere agli effetti DVE. Il PDS 9000 dispone di due banchi M/E indipendenti e di un banco Program/Preset con doppio DSK; gli ingressi primari sono 36, ciascuno dei quali utilizzabile come chiave, e lo still store integrato ha una capacità di 76 immagini, facilmente espandibile grazie a un¹unità a disco removibile.
Questa edizione del NAB ha anche visto il debutto ufficiale dei primi software di animazione 3D non lineari, Softimage|XSI e la versione 3.0 di Maya dell¹Alias/Wavefront. L¹animazione non lineare permette di utilizzare tecniche simili a quelle dei sistemi di montaggio video e consente di creare movimenti complessi a partire da azioni più semplici; in questo modo è possibile, per esempio, raccordare con la massima fluidità una camminata con un salto. In termini pratici, tutto ciò si traduce in una notevole riduzione dei tempi di lavorazione e si può star certi che assisteremo a una vera e propria invasione di personaggi virtuali, che ci saranno proposti in tutte le salse, dai classici dinosauri fino a umanoidi che saranno sempre più simili ad attori reali.
Terminiamo questa carrellata delle segnalazioni con il CommandPost della Videonics, un prodotto che a prima vista può sembrare un gadget, ma che può rendere molto più immediato l¹impiego di diversi software per personal computer. Il CommanPost è un pannello di controllo che si collega a una porta Usb, presente in tutte le macchine più recenti, e mette a disposizione una manopola jog/shuttle, un comando a cursore e una dozzina di pulsanti, a cui è possibile assegnare le funzioni di uso più frequente; la caratteristica più interessante è però il prezzo, meno di 200 dollari.