news 29 marzo 2002

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GenerationQ
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        per tutti          o quasi

Svolta epocale in casa Quantel: anche soluzioni solo software per personal computer tra i nuovi prodotti che l’azienda inglese si appresta a presentare al NAB di Las Vegas

Prezzi competitivi, sistemi non proprietari, architettura aperta, soluzioni basate su PC: fino a qualche anno fa, solo a pronunciare queste parole in casa Quantel si veniva trattati con sufficienza, se non con arroganza, come riconosce anche Richard Taylor, executive chairman dell’azienda inglese che ha forse dato il maggior contributo allo sviluppo delle tecnologie digitali per la televisione. Ora però sono queste le parole d’ordine con cui Quantel presenta al Nab generationQ, tre nuove linee di prodotti che non mancheranno di suscitare l’interesse di un pubblico ben più vasto di quello che finora ha potuto permettersi uno dei suoi sistemi.
Per la prima volta Quantel propone prodotti completamente scalabili, che vanno dal solo software, offerto a un prezzo di 12 mila dollari e utilizzabile con un normale PC o addirittura un notebook, fino a sistemi che, grazie all’hardware dedicato, consentono di trattare in tempo reale il video in definizione standard o anche il materiale destinato alle produzioni cinematografiche. “Poiché sviluppiamo sia l’hardware che il software, siamo gli unici a poter offrire la combinazione appropriata per ogni esigenza, con una totale scalabilità. generationQ rappresenta, sotto tutti i punti di vista, una rivoluzione nel modo di produrre” dichiara orgogliosamente Taylor.






Scalabilità totale

generationQ è la naturale evoluzione del progetto Monty, che ha inizialmente portato allo sviluppo dei sistemi iQ, i primi sistemi per la post-produzione che consentono il trattamento contemporaneo di materiale con diverse risoluzioni, quella che Quantel chiama risoluzione coesistente. A differenza dei sistemi indipendenti dalla risoluzione proposti da altre aziende, grazie a questa funzionalità è possibile miscelare all’interno dello stesso montaggio materiale con differenti risoluzioni e rapporto di aspetto, senza prima doverlo convertire in alcun modo. Solo al termine della lavorazione si può stabilire quali siano la risoluzione e il formato, con il duplice vantaggio quindi di evitare conversioni che finiscono sempre con il rallentare il flusso di lavoro e di poter generare il prodotto finale nel formato più adatto ai diversi mezzi di distribuzione, a partire dallo stesso materiale originale. I sistemi iQ sfruttano un PC con sistema operativo Windows 2000 per tutte quelle operazioni non strettamente legate all’elaborazione delle immagini, che restano appannaggio dell’hardware dedicato, indispensabile per poter garantire le prestazioni che fanno di iQ il sistema per la post produzione più veloce del pianeta, come ama definirlo Nigel Turner, direttore marketing della Quantel. “L’obbiettivo che ci siamo posti nello sviluppo di generationQ era quello di ridurre i costi dei sistemi senza compromettere qualità ed efficienza e il risultato è una serie di prodotti scalabili, che hanno in comune la stessa interfaccia grafica e le stesse funzionalità, pur offrendo prestazioni differenti.”

L’idea non è tanto quella di offrire sistemi relativamente a basso costo utilizzabili come prodotti a sé stanti, ma piuttosto quella di permettere di affiancare a un sistema come iQ una serie di postazioni che consentano di gestire tutte quelle lavorazioni che comportano una notevole dose di intervento manuale, per esempio il restauro di vecchi film o la creazione di chiavi complesse. Con il software QEffects, queste operazioni potranno essere gestite con un normale PC, utilizzando esattamente gli stessi strumenti messi a disposizione da iQ: compositing su più livelli, generazione di chiavi, DVE, correzione colore e persino una Paintbox integrata. Un progetto realizzato con QEffects può essere poi trasferito su iQ per la finalizzazione, senza alcun compromesso sulla qualità del prodotto finale. Proprio queste caratteristiche permettono di utilizzare un PC con QEffects anche per l’addestramento di nuovi operatori destinati a lavorare su iQ, riducendo così drasticamente il costo di formazione del personale.

Se l’alta definizione è un optional

L’anello intermedio nella linea di prodotti per la post-produzione è rappresentato dalla piattaforma eQ che, a un prezzo intorno ai 200.000 dollari, offre le stesse funzionalità di una iQ, senza condividerne però le prestazioni in termini di velocità, che resta comunque più che sufficiente per affrontare lavorazioni su video in definizione standard, offrendo la gestione degli effetti più rapidamente che in tempo reale.. Anche questa piattaforma consente di miscelare liberamente materiale video con differenti risoluzioni ed è dotata delle interfacce necessarie per l’acquisizione e il riversamento di video digitale in formato SDI e HD, chiavi comprese. La possibilità offerta da eQ di trattare agevolmente materiale in alta definizione può essere comunque utile anche per ottenere risultati qualitativamente superiori con progetti in definizione standard, per esempio quando si creano effetti di slow motion o chiavi particolarmente critiche. La capacità interna è sufficiente per registrare circa 200 minuti di materiale in formato SDI o 40 minuti in HD e il trattamento a 16 bit per canale, sia in formato YUV che RGB, assicura una qualità senza compromessi.
In pratica, un sistema come eQ copre perfettamente le esigenze di una normale casa di post produzione che non voglia precludersi la possibilità di affrontare lavorazioni in alta definizione. Anche in questo caso, la possibilità di affiancare alla stazione di lavoro principale una serie di PC equipaggiati con il software QEffects consente di contenere sensibilmente i costi di produzione. Il supporto dello standard AAF (Advanced Authoring Format), offerto da tutti i nuovi sistemi Quantel, consente poi il facile scambio del materiale con sistemi di editing e compositing di altre aziende.

Grafica per tutte le esigenze

La totale scalabilità è anche una delle caratteristiche distintive della linea di prodotti più orientati alla grafica televisiva, quella per intenderci che in passato era dominio di sistemi come Paintbox e Hal. Il sistema al top della gamma è gQ, capace di trattare materiale HD in tempo reale e fino a 60 volte più veloce di un Hal con video in definizione standard. Integrabile senza problemi con tutti i sistemi grafici Quantel esistenti, gQ supporta una risoluzione massima di 10k, caratteristica che può essere sfruttata per realizzare una sorta di rostrum camera virtuale. Le stesse identiche funzionalità, compresa la generazione di chiavi e la correzione colore, sono offerte dal software QPaintbox che può addirittura essere utilizzato anche su un notebook con sistema operativo Windows 2000. Il software include il modulo Qscribe per la titolazione e supporta gli stessi plug-in della gQ. Quest’ultima può essere anche utilizzata per la creazione di template utilizzabili poi con QPaintbox: il creativo può quindi impostare la grafica televisiva servendosi di un sistema altamente efficiente, lasciando poi agli operatori il compito di riempire gli spazi predefiniti con le immagini e il testo appropriati, realizzando così delle notevoli economie di scala. Anche per il software QPaintbox il prezzo sarà di 12 mila dollari e la disponibilità è prevista prima dell’estate.

Un server autogestito

L’ultima linea di prodotti che Quantel presenta al NAB è quella destinata alla produzione di news e si incentra sul nuovo sQServer, che introduce caratteristiche veramente uniche.
Lo scambio del materiale con altri sistemi di registrazione, per esempio librerie a nastro digitale, avviene utilizzando i classici protocolli informatici, garantendo così la perfetta integrazione con questo mondo, ma una volta all’ìnterno del server, il materiale è trattato a livello di frame, la più piccola entità che abbia un senso nel mondo del video. Il server tiene cioè traccia di ogni singolo frame registrato, funzionalità resa possibile da quello che Quantel chiama Frame Magic e non è un caso, perché c’è veramente qualcosa di magico sotto.
Per prima cosa, il server non deve essere periodicamente deframmentato, non è necessario cioè compattare lo spazio che si libera quando si cancella il materiale registrato in precedenza per far posto al nuovo materiale. Con altri server, questa operazione può essere particolarmente onerosa in termini di tempo ed è la causa più frequente di interruzioni nel regolare funzionamento del server. In secondo luogo, ogni volta che si cancella una clip, il sistema controlla automaticamente se la clip stessa o una sua parte è utilizzata all’interno di un qualsiasi progetto, eliminando quindi solo le parti inutilizzate. Per fare un esempio limite, se un singolo frame di una clip è utilizzato come immagine fissa all’interno di un qualsiasi progetto, cancellando la clip originale, quel particolare frame resta comunque accessibile.
Un’altra caratteristica dei nuovi server Quantel è la modularità e, ancora una volta, la completa scalabilità, sia per capacità di registrazione, sia per quel che riguarda il numero di porte, ciascuna configurabile istantaneamente come ingresso o uscita. Il database è comune a tutti i server ed è accessibile con gli strumenti standard di consultazione, compreso il protocollo MOS.. Inoltre, il materiale in bassa qualità, utilizzato per la consultazione e la creazione dei montaggi, non è registrato su un server separato, una potenziale causa di problemi per i sistemi che adottano questa soluzione.
Le stazioni di lavoro per i giornalisti sono dei normali PC equipaggiati con il software QCut, che consente il taglio e l’assemblaggio delle clip, nonché l’aggiunta di un commento parlato, oppure con QEdit, che offre in più la gestione degli effetti di transizione. In entrambi i casi, il materiale originale resta sempre registrato sul server e, al termine del montaggio, le stazioni di lavoro inviano al server una EDL che consente di effettuare immediatamente la messa in onda. Le stazioni possono anche essere dotate di una scheda che mette a disposizione le interfacce necessarie per l’acquisizione del video e l’hardware per il trattamento degli effetti, mentre per la sola consultazione del materiale archiviato sui server si può utilizzare il software QView.
Il sistema per la produzione delle news può essere integrato con tutti gli altri sistemi Quantel e il prezzo stimato per una tipica installazione in grado di soddisfare le esigenze di un’emittente televisiva locale si aggira intorno ai 250 mila dollari, più o meno allineato con quello di altri sistemi che non possono però garantire le stesse funzionalità. “Questo è il genere di sistema che qualsiasi broadcaster avrebbe voluto sviluppare in proprio”, come dichiara Steve Owen, responsabile del settore news per Quantel, reduce da un primo giro di presentazioni presso i più importanti broadcaster europei e statunitensi, dai quali ha ricevuto un’accoglienza a dir poco entusiastica.

Prodotti per produrre

Il NAB riserva sempre parecchie sorprese, ma è ben difficile che ce ne possano essere altre di questa portata. Quantel ha dimostrato ancora una volta di avere ben chiare quali siano le reali esigenze dei broadcaster e degli operatori: maggiore efficienza, lavoro di gruppo, riutilizzo dei contenuti e integrazione con i sistemi informatici sono state le linee guida che hanno portato allo sviluppo di generationQ, prodotti creati per produrre in modo efficiente, non semplici esercizi di stile.


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